Cristòtem
L’Effimero Meraviglioso e Golden Show
di Elvira Scorza
con Noemi Grasso e Loris De Luna
regia Elvira Scorza
Il principio base della tragedia è che i morti ritornano. Il nucleo centrale è la morte e questa morte non è mai gratuita, anzi: è uno spargimento di sangue il cui senso è riassumibile nell’assunto che spettri e cadaveri invocano vendetta, e questa diventa destino delle generazioni future.
La morte porta alla morte. Scegliere un’alternativa sovvertirebbe il corpus di valori su cui regge il viaggio dell’eroe: non più sacrificare la propria vita in nome del bene comune, ma modificare i propri valori per essere a pieno se stessi, e vivere quindi a pieno la nostra esistenza, per quanto contraddittoria e misera possa sembrare.
Va da sé che la scrittura di Cristòtem nega il principio cardine della tragedia: non solo la morte è fatto umano, a volte anche squallido e patetico come racconta per quel che riguarda la sua famiglia la protagonista, ma è addirittura insignificante. Non ci sono morti eroiche, quindi non ci sono eroi. Il tradimento reale nei confronti del mito è la ricerca, certo calcolata e mediata dalle possibilità che l’oblio ci ha dato sui miti e le leggende, di una presa di coscienza umana che libera dal divino l’ignoto, assumendosene la responsabilità nella scelta. È per questo che il titolo ammicca a Cristo e alla potenza totemica del suo sacrificio: riconoscere la sacralità della vita è atto di grande coraggio, soprattutto se a giustificarlo è la paura. Crisotemi e Astianatte sono due esclusi, nessuno si aspetta niente dalla loro storia perché la loro storia è poco conosciuta, non c’è materiale a cui il mito possa attecchire; ne raccontiamo allora i vuoti, l’assenza, cercando così di scrivere un’anti-tragedia nel senso più vero del termine.