Gran Cafè Astra
Lo spettacolo si ispira alla grande tradizione del “Café chantant”, in auge soprattutto nella Belle Epoque parigina, ma da lì diffuso in quasi tutta l’Europa, con punte di alta arte ad esempio nella Berlino post bellica e prenazista, quella della Repubblica di Weimar, ma soprattutto nella Napoli di Raffaele Viviani. Ma anche le cosiddette periferie non andarono immuni da questo scoppiettante genere teatrale nel quale canto, ballo, recitazione e giochi di prestigio avevano eguale dignità e dove nacque la figura tra mistica e sensuale della chanteuse, italianizzata, anzi, napoletanizzata in sciantosa. Anche Sassari ebbe il suo Café chantant, il “Caffè Roma”, in piazza Azuni, a cavallo tra Otto e Novecento. Nello spettacolo si narra di una compagnia scritturata per l’inaugurazione del Gran Caffè Astra. Le prove, tra comiche incomprensioni, sono disastrose. Ma alla fine il miracolo del palcoscenico trasformerà questo incalzante profluvio di buffi equivoci e spassosi litigi, in un successo straordinario, grazie anche alle canzoni del grande repertorio della tradizione del varietà interpretate dalla soubrette e dai comici cantanti con le musiche eseguite dal vivo e gli sketch dell’avanspettacolo.